Il ‘Silenzio del Canone’: Riscoprire il Mistero del Sacrificio Eucaristico

La Santa Messa è il cuore della vita cristiana. Fin dalle sue origini, la celebrazione eucaristica è l’atto supremo di adorazione, in cui il sacrificio di Cristo sulla Croce viene reso presente in modo incruento. Tuttavia, nella liturgia tradizionale, c’è un momento particolare che, per secoli, è stato compiuto in un profondo silenzio: il Canone della Messa.

Perché il sacerdote pronunciava le parole più sacre della Messa a bassa voce? Qual era il significato di questo “silenzio del Canone”? In un mondo rumoroso, in cui il senso del sacro si è affievolito, riscoprire questo silenzio è un’opportunità per approfondire la bellezza del mistero eucaristico.

Le Origini del Silenzio nel Canone

Per comprendere la pratica del Canone silenzioso, dobbiamo tornare ai primi secoli del Cristianesimo. Anche se la Chiesa primitiva non ha lasciato documenti liturgici dettagliati, sappiamo che le preghiere eucaristiche erano considerate così sacre da essere recitate con la massima riverenza e discrezione.

Nell’antichità, la disciplina dell’”arcano” proteggeva i misteri della fede dalle orecchie profane. I catecumeni (coloro che non erano ancora battezzati) venivano congedati prima del Canone, poiché solo gli iniziati potevano assistere al momento in cui Cristo diventava realmente presente sull’altare. Questa solennità è stata mantenuta e si è evoluta nel tempo.

Quando la Messa romana assunse la sua forma più stabile nel primo Medioevo, il Canone silenzioso divenne una pratica universale. Nella Messa tridentina (stabilita dopo il Concilio di Trento nel XVI secolo), il sacerdote recitava il Canone in silenzio, quasi sussurrando, come atto di riverenza davanti all’insondabile mistero della transustanziazione.

Le Ragioni Teologiche del ‘Silenzio del Canone’

1. Un Mistero che Richiede Riverenza

Il sacrificio della Messa non è un semplice ricordo simbolico dell’Ultima Cena. È lo stesso sacrificio del Calvario, reso presente in modo incruento. Di fronte a una realtà così grande, il silenzio diventa la risposta più adeguata.

San Giovanni Crisostomo diceva:
«Quando vedi il sacerdote offrire il sacrificio, non pensare che sia lui a farlo, ma è Cristo stesso che stende le sue mani invisibili.»

Il silenzio del Canone sottolineava l’azione divina, al di là delle parole umane.

2. Un’Eco dell’Antico Testamento

Nell’Antico Testamento, solo il Sommo Sacerdote aveva accesso al Santo dei Santi nel Tempio di Gerusalemme, dove entrava una volta all’anno per offrire incenso in silenzio. Allo stesso modo, nella Messa tradizionale, il sacerdote agiva in persona Christi, entrando nel mistero divino mentre l’assemblea pregava e adorava in raccoglimento.

3. L’Umiltà della Chiesa davanti a Dio

Il silenzio è l’atteggiamento dell’anima che riconosce la propria piccolezza davanti a Dio. In un’epoca in cui la liturgia è diventata più partecipativa e udibile, c’è il rischio di dimenticare che il protagonista principale della Messa non è l’assemblea, ma Cristo stesso.

Dom Prosper Guéranger, grande restauratore della liturgia monastica, affermava che il silenzio del Canone permetteva ai fedeli di entrare in un’adorazione più profonda, favorendo un dialogo interiore con Dio, senza distrazioni.

Ha ancora senso questo silenzio nella Chiesa di oggi?

Dalla riforma liturgica del XX secolo, il Canone silenzioso è quasi completamente scomparso. Il Messale di Paolo VI (Novus Ordo) stabilisce che il sacerdote deve recitare ad alta voce la Preghiera Eucaristica. L’intento era quello di rendere la liturgia più accessibile e comprensibile per i fedeli.

Tuttavia, molti hanno espresso la preoccupazione che la perdita del silenzio del Canone abbia ridotto il senso del mistero nella Messa. In una cultura satura di rumore e distrazioni, il silenzio sacro è più necessario che mai.

Come recuperare lo spirito del ‘Silenzio del Canone’?

Sebbene nella maggior parte delle parrocchie moderne il Canone non venga più recitato a bassa voce, ci sono modi per riscoprirne il significato:

  1. Partecipare alla Messa Tradizionale: Nelle comunità in cui si celebra la Messa tridentina, i fedeli possono sperimentare il silenzio del Canone e comprenderne la profondità spirituale.
  2. Coltivare il silenzio interiore: Durante la Consacrazione, in qualsiasi Messa, possiamo sforzarci di raccoglierci in una preghiera profonda.
  3. Promuovere l’adorazione eucaristica: Il silenzio davanti al Santissimo Sacramento è un modo per prepararci meglio al mistero che si realizza nella Messa.
  4. Formazione liturgica: Conoscere la ricchezza della tradizione liturgica ci aiuta a vivere la Messa con maggiore devozione e significato.

Conclusione: Il Silenzio che Parla di Dio

Il ‘silenzio del Canone’ non era un vuoto, ma un linguaggio di adorazione. In un mondo in cui le parole sono spesso banalizzate e il rumore ci distrae dal trascendente, recuperare il senso del sacro è un’urgenza.

San Giovanni della Croce scriveva:
«Il Padre pronunciò una Parola, e questa Parola era suo Figlio. E questa Parola rimane in eterno silenzio, e nel silenzio deve essere ascoltata dall’anima.»

Cristo ci parla ancora nel silenzio—lo stesso silenzio che, nella Messa di sempre, avvolgeva il momento più grande della storia: quando il pane e il vino diventavano il Corpo e il Sangue del nostro Signore.

Oggi, più che mai, dobbiamo riscoprire questo silenzio. Perché in esso, Dio continua ad agire.

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Pater noster, qui es in cælis: sanc­ti­ficétur nomen tuum; advéniat regnum tuum; fiat volúntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in ten­ta­tiónem; sed líbera nos a malo. Amen.

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