(Critica al relativismo morale e difesa della legge naturale come base oggettiva del bene.)
Introduzione: L’illusione di una morale autonoma
Nel nostro mondo moderno sempre più secolarizzato, è comune sentire affermazioni come “Non ho bisogno di Dio per essere buono” o “La morale non dipende dalla religione”. Sebbene queste dichiarazioni possano sembrare nobili a prima vista, nascondono una profonda contraddizione filosofica: L’ateismo può offrire una base solida e oggettiva per distinguere il bene dal male?
Il relativismo morale, corrente dominante nel pensiero contemporaneo, sostiene che i valori etici siano costruzioni umane, soggette a cambiamenti in base alla cultura, all’epoca o persino ai desideri individuali. Tuttavia, questa posizione conduce a un vicolo cieco: se non esiste uno standard trascendente, qualsiasi azione può essere giustificata secondo qualche criterio soggettivo.
In questo articolo esamineremo perché l’ateismo è incapace di fondare una morale oggettiva e come la legge naturale, iscritta da Dio nel cuore dell’uomo, sia l’unica base solida per il vero bene.
I. Il problema della morale atea: La bontà senza fondamento?
1. L’errore del “buono per natura”
Molti atei sostengono che l’essere umano possa essere morale “per natura”, facendo appello all’empatia, alla ragione o all’evoluzione biologica. Tuttavia, questa posizione incontra gravi problemi:
- Se la morale è un prodotto dell’evoluzione, allora non è altro che un istinto di sopravvivenza, non un vero obbligo etico.
- Se la morale è una convenzione sociale, allora non c’è nulla di intrinsecamente sbagliato in azioni come il genocidio o la schiavitù – sono semplicemente rifiutate per consenso.
- Se la morale è soggettiva, allora non c’è modo di condannare azioni come l’omicidio o la tortura al di là delle preferenze personali.
Come osservò il filosofo Dostoevskij: “Se Dio non esiste, tutto è permesso”. Senza un Legislatore supremo, il concetto di “bene” si riduce a preferenze umane.
2. Il dilemma della morale oggettiva nell’ateismo
Alcuni pensatori atei come Sam Harris cercano di fondare la morale nella “scienza”, affermando che il bene è ciò che promuove il “benessere umano”. Ma questo solleva domande senza risposta:
- Chi definisce cosa sia il “benessere”? Lo Stato? La maggioranza?
- Perché la sofferenza sarebbe “male” se l’universo è indifferente?
- Quale obbligo morale ha un essere umano verso un altro se non c’è un’autorità superiore?
L’ateismo, rifiutando Dio, nega l’unica possibile fonte di obbligo morale universale.
II. La legge naturale: La morale oggettiva iscritta da Dio
1. La coscienza come eco della legge divina
La legge naturale è l’insieme dei principi morali che Dio ha impresso nel cuore dell’uomo, accessibili alla ragione. Come insegna san Paolo:
“Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo la legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza.” (Romani 2,14-15).
Questo spiega perché tutte le civiltà, anche non cristiane, riconoscono principi come:
- Non uccidere.
- Onora il padre e la madre.
- Non rubare.
- Rispetta la parola data.
Queste verità non sono invenzioni umane, ma riflessi della sapienza divina.
2. Ragione e fede: Armonia nella ricerca del bene
La Chiesa Cattolica ha sempre insegnato che la ragione umana può conoscere il bene, ma che, a causa del peccato originale, la nostra visione morale è offuscata. Per questo la Rivelazione divina (i Dieci Comandamenti, gli insegnamenti di Cristo) perfeziona e chiarisce la legge naturale.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1955) afferma:
“La legge naturale esprime il senso morale originario che permette all’uomo di discernere, mediante la ragione, ciò che sono il bene e il male, la verità e la menzogna.”
III. Le conseguenze del relativismo morale
Quando una società rifiuta la legge naturale e la sostituisce con il relativismo, sorgono mali gravissimi:
- La giustizia diventa imposizione del più forte (es. aborto legalizzato, eutanasia, ideologia gender).
- Si perde il senso del peccato, conducendo al degrado spirituale e sociale.
- La libertà viene confusa con il libertinaggio, perché senza verità non c’è autentica liberazione.
Come avvertì Benedetto XVI:
“Una democrazia senza valori si trasforma in una tirannia palese o occulta.”
Conclusione: Solo Dio è il fondamento del vero bene
L’idea che “non abbiamo bisogno di Dio per essere buoni” è un inganno del mondo moderno. Senza Dio, la morale si riduce a opinioni mutevoli, senza autorità né permanenza.
La legge naturale, confermata dalla Rivelazione cristiana, è l’unico cammino per un’etica oggettiva e universale. Cristo non è venuto ad abolire la morale ma a perfezionarla (Matteo 5,17), mostrandoci che il vero bene si raggiunge solo nella carità, verità e grazia divina.
Perciò essere buoni non significa solo seguire regole, ma amare Dio e il prossimo come Egli ci ha insegnato. Chi rifiuta Dio, prima o poi, finirà per rifiutare anche il vero bene.
“Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.” (Giovanni 6,68).