La preghiera cristiana: Un incontro con Dio, non una macchina per i desideri

In un’epoca in cui tutto sembra essere orientato all’efficienza e ai risultati immediati, è facile cadere nella tentazione di vedere la preghiera come un semplice mezzo per ottenere ciò che vogliamo. Molti cristiani, spesso inconsapevolmente, adottano una visione strumentale della preghiera: “Se prego, Dio mi darà ciò che chiedo.” Ma questa non è la vera essenza della preghiera cristiana.

La preghiera non è un trucco per costringere Dio a esaudire i nostri desideri, né una transazione in cui diamo qualcosa per ricevere qualcosa in cambio. È molto più profonda: è un incontro con Dio, un dialogo d’amore in cui l’anima si abbandona alla Sua volontà e si apre alla Sua grazia.

Nel corso della storia della Chiesa, i santi e i grandi maestri spirituali hanno ribadito che la preghiera non è un mezzo per ottenere ciò che vogliamo, ma lo spazio in cui Dio ci trasforma affinché vogliamo ciò che Lui vuole.

In questo articolo esploreremo il vero significato della preghiera cristiana, la sua storia, i suoi fondamenti teologici e la sua rilevanza per il nostro tempo. Risponderemo anche alla prospettiva protestante che rifiuta alcune forme di preghiera definendole “meccaniche” o “errate.”


1. Cos’è la preghiera cristiana?

La preghiera è l’atto con cui l’uomo entra in comunione con Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma:

“La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio o la richiesta a Dio di beni convenienti” (CCC 2559).

Ciò significa che la preghiera non è solo una richiesta, ma prima di tutto una relazione con Dio. Come ogni relazione, implica parlare e ascoltare, esprimersi e lasciarsi trasformare dall’altro.

Nella tradizione cristiana, la preghiera assume diverse forme: adorazione, lode, ringraziamento, intercessione e supplica. Ma in tutte queste forme, il centro è Dio. Non si tratta di usare la preghiera come uno “strumento” per raggiungere un obiettivo, ma di farne uno stile di vita, uno stato dell’anima che cerca Dio per ciò che Egli è, non solo per ciò che può dare.


2. La storia e l’origine della preghiera cristiana

La preghiera non è un’invenzione del cristianesimo. Fin dall’inizio dell’umanità, l’uomo ha sentito il bisogno di rivolgersi a Dio. Nell’Antico Testamento troviamo numerosi esempi di preghiera, dai Salmi di Davide alle suppliche dei profeti. Tuttavia, con Gesù Cristo, la preghiera raggiunge la sua pienezza.

Gesù e la preghiera

Gesù ci ha insegnato a pregare non solo con le parole, ma con la Sua stessa vita. Si ritirava nel deserto per pregare (Lc 5,16), passava intere notti in preghiera (Lc 6,12) e insegnava ai discepoli a rivolgersi a Dio chiamandolo “Padre” con il Padre Nostro (Mt 6,9-13).

Ma soprattutto, Gesù ci ha mostrato che la preghiera non è un mezzo per ottenere qualcosa, ma un abbandono fiducioso alla volontà del Padre. A Getsemani, nell’ora più difficile, non ha detto: “Signore, dammi quello che voglio”, ma:

“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42).

Qui sta il cuore della vera preghiera: non cercare di piegare Dio ai nostri desideri, ma abbandonarci ai Suoi.

La preghiera nella tradizione della Chiesa

Fin dai primi secoli, i cristiani hanno compreso che la preghiera era una relazione con Dio, non un semplice meccanismo per ottenere favori. I Padri della Chiesa, come Sant’Agostino e San Giovanni Crisostomo, hanno sottolineato che la preghiera non cambia Dio, ma cambia noi.

Sant’Agostino scrisse:

“Lo scopo della preghiera non è informare Dio, ma formare colui che prega.”

Ciò significa che, anche se possiamo chiedere cose a Dio, l’essenza della preghiera è la crescita nella fede e nella fiducia in Lui.

I Padri del deserto, i grandi mistici come Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce, e santi come San Francesco d’Assisi hanno vissuto questa verità: la preghiera non è chiedere, ma amare.


3. L’errore della preghiera strumentale

Oggi molte persone cadono in una visione distorta della preghiera. A volte viene ridotta a un semplice “Fa’ questo per me” o a una serie di formule ripetute solo per ottenere benefici. Alcuni movimenti cristiani, influenzati dal pensiero moderno, predicano un “vangelo della prosperità”, dove la preghiera diventa una tecnica per ottenere successo materiale.

Tuttavia, questa visione è errata perché:

  • Deforma la relazione con Dio, riducendolo a un “genio della lampada” che esiste per esaudire desideri.
  • Porta alla frustrazione spirituale, perché se Dio non concede ciò che viene chiesto, la fede può vacillare.
  • Dimentica la Croce, poiché il cristianesimo non promette una vita senza difficoltà, ma la grazia di affrontarle con speranza.

Gesù non ci ha insegnato a pretendere cose da Dio, ma a fidarci della Sua provvidenza. Come dice San Paolo:

“Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di quelli che amano Dio” (Rm 8,28).

Ciò significa che, anche se le nostre richieste non vengono esaudite come ci aspettiamo, Dio sta sempre operando per il nostro bene.


4. Cosa dicono i protestanti e come rispondere?

Alcuni gruppi protestanti rifiutano alcune forme di preghiera, in particolare la preghiera ripetitiva come il Rosario, affermando che si tratta di “ripetizioni vane” (Mt 6,7). Contestano anche l’intercessione dei santi, sostenendo che si dovrebbe pregare solo direttamente Dio.

Tuttavia, queste obiezioni sono infondate:

  1. Gesù stesso ha ripetuto le Sue preghiere, come a Getsemani, dove ha detto tre volte la stessa cosa (Mt 26,44). La preghiera ripetitiva non è sbagliata se fatta con fede e amore.
  2. Il Padre Nostro è una preghiera fissa, insegnata da Gesù stesso, prova che Dio non rifiuta le preghiere formulate.
  3. L’intercessione dei santi è biblica, come nell’Apocalisse, dove i santi presentano le preghiere dei fedeli a Dio (Ap 5,8).

Quindi, il rifiuto protestante di queste forme di preghiera è ingiustificato e contraddice la pratica cristiana fin dai primi secoli.


5. Conclusione: La preghiera è comunione, non manipolazione

La vera preghiera cristiana non è un tentativo di “usare” Dio, ma di amarlo e fidarsi di Lui.

Santa Teresa d’Avila diceva:

“La preghiera non è altro che un intimo scambio di amicizia, un intrattenersi spesso da soli con Colui che sappiamo che ci ama.”

Questa è l’essenza della preghiera cristiana: un incontro con il Dio vivente, che ci ascolta, ci ama e ci guida alla vera gioia.

Quindi, la prossima volta che preghi, non pensare solo a ciò che puoi ricevere. Pensa a Chi è dall’altra parte: un Padre amorevole che vuole il meglio per te.

Confida in Lui e lascia che la preghiera trasformi la tua vita.

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Pater noster, qui es in cælis: sanc­ti­ficétur nomen tuum; advéniat regnum tuum; fiat volúntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in ten­ta­tiónem; sed líbera nos a malo. Amen.

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