L’Ultima Cena è uno dei momenti più significativi della storia dell’umanità. Non solo segna l’istituzione dell’Eucaristia, sacramento centrale della fede cattolica, ma è anche il preludio alla Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo. Ma in quale giorno esatto si è verificato questo evento sacro? La risposta non è così semplice come potrebbe sembrare, e la sua esplorazione ci immerge in un viaggio affascinante che unisce storia, teologia e spiritualità.
Il contesto storico e biblico
Per comprendere il giorno esatto dell’Ultima Cena, dobbiamo rivolgerci ai racconti dei Vangeli. I quattro evangelisti – Matteo, Marco, Luca e Giovanni – ci offrono dettagli che, a prima vista, sembrano contraddirsi. Tuttavia, approfondendoli, scopriamo una ricchezza teologica che illumina questo mistero.
Secondo i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca), l’Ultima Cena era un pasto pasquale. Cioè, si è svolta durante la celebrazione ebraica della Pasqua (Pesach), che commemora la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto. A quel tempo, la Pasqua veniva celebrata il 14 del mese di Nisan, secondo il calendario lunare ebraico. Gesù, come ebreo devoto, avrebbe seguito questa tradizione.
Tuttavia, il Vangelo di Giovanni sembra collocare l’Ultima Cena un giorno prima, il 13 di Nisan. In Giovanni 18,28, si menziona che i capi ebrei non entrarono nel pretorio di Pilato per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Ciò suggerisce che, al momento della crocifissione di Gesù, la Pasqua non era ancora iniziata.
Come conciliare queste apparenti differenze? La chiave sta nel comprendere che, ai tempi di Gesù, esistevano diverse tradizioni riguardo alla celebrazione della Pasqua. Alcuni gruppi ebraici, come gli Esseni, seguivano un calendario diverso da quello ufficiale. È possibile che Gesù e i suoi discepoli abbiano celebrato la Pasqua secondo una di queste tradizioni alternative, il che spiegherebbe la discrepanza con il racconto di Giovanni.
Il significato teologico della data
Al di là della discussione storica, la data dell’Ultima Cena ha un profondo significato teologico. Gesù non stava semplicemente celebrando la Pasqua ebraica; la stava trasformando. Durante l’Ultima Cena, istituì la Nuova Alleanza, prefigurata nell’Antica Alleanza. Il pane e il vino, simboli della liberazione dall’Egitto, divennero il suo Corpo e Sangue, offerti per la salvezza dell’umanità.
San Paolo lo esprime chiaramente in 1 Corinzi 5,7: «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato». Gesù è l’Agnello pasquale, la cui morte ci libera dal peccato e ci apre le porte del cielo. Così, l’Ultima Cena non è solo un evento storico, ma un mistero che si attualizza in ogni Eucaristia.
L’Ultima Cena nel contesto attuale
Oggi, più di duemila anni dopo, l’Ultima Cena rimane un punto centrale della vita cristiana. Ogni volta che celebriamo la Messa, ci uniamo a quel momento sacro. Come ha detto Papa Benedetto XVI: «L’Eucaristia non è solo il memoriale di un fatto passato, ma di una presenza vivente».
In un mondo segnato dalla divisione e dall’incertezza, l’Ultima Cena ci ricorda che Gesù è con noi, nutrendoci con il suo amore e la sua grazia. È un invito all’unità, come Gesù stesso ha espresso nella sua preghiera sacerdotale: «Tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me e io in te» (Giovanni 17,21).
Un aneddoto per riflettere
Un’antica tradizione racconta che, dopo la Resurrezione, gli apostoli si riunivano ogni giorno per «spezzare il pane» (Atti 2,42). Una volta, un giovane di nome Marco (il futuro evangelista) chiese a Pietro: «Maestro, perché celebriamo questo se Gesù non è più qui?». Pietro gli rispose: «Figlio mio, Egli è qui, nel pane e nel vino, in ciascuno di noi. L’Ultima Cena non è finita; è appena iniziata».
Questo aneddoto ci invita a vedere l’Eucaristia non come un semplice ricordo, ma come una realtà vivente. Gesù è presente in ogni Messa, offrendosi per noi e nutrendoci per il cammino.
Conclusione: Un mistero che ci unisce
Anche se non possiamo determinare con assoluta precisione il giorno esatto dell’Ultima Cena, ciò che sappiamo è che il suo significato trascende il tempo e lo spazio. È un mistero che ci unisce a Cristo, alla Chiesa e a tutta l’umanità.
Oggi, vi invito ad avvicinarvi all’Eucaristia con un cuore aperto. Lasciate che l’amore di Gesù, manifestato nell’Ultima Cena, trasformi la vostra vita. Come disse Sant’Agostino: «Diventiamo ciò che riceviamo, e riceviamo ciò che siamo: il Corpo di Cristo».
Che questo viaggio attraverso la storia e la teologia dell’Ultima Cena vi ispiri a approfondire la vostra fede e a vivere con gratitudine il dono dell’Eucaristia. Perché, in definitiva, l’Ultima Cena non è solo un evento del passato; è un incontro con l’amore eterno di Dio.